venerdì 14 gennaio 2011

Il paradiso dei sentieri

Ovvero il monte Jouf, recentemente proposto con l'inserimento di due nuovi articoli: l'anello del monte Jouf da Maniagolibero e l'anello di forcella La Croce da Maniagolibero. Perché pubblicare anche un articolo, meno ufficiale, nel blog? Forse perché questo monte, a cui sono molto legato, mi è piaciuto sin dall'inizio, cioè dai primi approcci sui sentieri delle prealpi pordenonesi, ad un passo da casa. Nonostante debba l'iniziazione all'M2 (traumatica, visto che per qualche mese non ho più voluto saperne di single tracks) e sia da sempre grato al Troi del Cinghiale (ai tempi molto più flow) di avermi per la prima volta fatto divertire in discesa, è sullo Jouf che in questi anni ho posato più volte le ruote grasse, soprattutto durante la stagione fredda. Questo rilievo, tanto frequentato quanto selvaggio, possiede indubbiamente qualcosa di magico: se dovessero chiedermi quale tra le sue discese preferisco mi troverei in serio imbarazzo: ce ne sono troppe e, cosa ancor più straordinaria, non stufano mai!
A differenza di altri sentieri in zona e grazie alle sue capacità drenanti, il terreno dello Jouf ha risentito in modo meno evidente  dei frequenti passaggi ad opera dei bikers (fatta eccezione per i celebri e coreografici spots della parte bassa, dalla Valpiccola in giù per capirci, che non necessitano certo di dure risalite per guadagnarne le partenze e consentono a chiunque di divertirsi, quando in quota la neve preclude altre possibilità). Inoltre, la salita alla cima non è proprio una passeggiata, da qualsiasi lato la si prenda... Questo scoraggia molti, ma non certo chi, come me, ama da sempre pedalare. E che dire del potenziale paesaggistico che offre questa montagna? A mio parere in zona non ci sono altri pulpiti panoramici così suggestivi (a parte forse quello sul Valinis) come il pianoro pascolivo di malga Jouf. Già, malga Jouf: una delle oramai rare testimonianze, nella fascia prealpina, di una tradizione che va scomparendo. Ma addrentatevi nei boschi percorrendo il CAI 983 e vi parrà di essere in Carnia o sul Tarvisiano: una pecceta così ad un tiro di schioppo dalla pianura potete scordarvela, se non sullo Jouf! Provate a salirlo passando per forcella La Croce e Bosplans: resterete ammirati dalla vista sul Cellina e in seguito, grazie al cambio di versante, sulla lunga giogaia che dal monte Cavallo va allungandosi fino al Col Nudo, passando per una serie infinita di vette e creste. E dalla Pala Barzana? Il monte Raut, con la sua nuda e strapiombante parete sud, domina, sovrasta, giganteggia: pare molto più imponente di quanto in realtà non sia, ma la sua regalità è pienamente giustificata: dopo tutto, dalla forcella alla cima sono ben 1200 m di dislivello... Non certo una bazzeccola. La traccia GPS sotto inserita riassume la perfetta sintesi di un'escursione in mountain bike sullo Jouf: Maniagolibero, Valpiccola, CAI 899 (Frassati), forcella La Croce, CAI 962, Bosplans, forcella di Pala Barzana, malga Jouf, CAI 983, ricovero a 800 m, sentiero sul versante sud, Valpiccola, Kraken (il migliore, anche dopo le piogge), Maniagolibero. Un pugno di Km, ma tanto, tanto divertimento. Sarò di parte ma... In regione non troverete un altro paradiso di sentieri come questo!

TRACCIA GPS:


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