mercoledì 19 maggio 2010

Casera Val di Lama [MTB]

Casera Val di Lama, 18/05/2010
Ieri sono salito fino a casera Val di Lama, con l'idea di scendere in val Artugna; a Dardago ho girato un pò prima di poter finalmente fermare la macchina, causa cronica mancanza di posti auto, ma anche in conseguenza ai lavori in corso che tormentano il piazzale della chiesa (comunque regolamentato da disco orario, quindi improponibile nei feriali). Visto che altrove non si trovava neanche a morire, mi sono dovuto dirigere sul parcheggio del cimitero, risolvendo così il problema.
Sono montato in sella abbastanza presto, poiché desideravo prenderla con comodo. Le dense nuvole mattutineimpedivano persino di vedere le montagne, nonostante si trovassero proprio di fronte a me.
Non mi sono preoccupato però più di tanto, sapendo che per la mattinata era previsto bel tempo. Appena fuori dal paese mi sono buttato sulla mulattiera per Mezzomonte (abbastanza scassata, ma non problematica), collegandomi così con la sterrata proveniente dal Gorgazzo, proprio nel punto da cui stacca il Picchio Morto.
Dovevo superare i 1100 m di quota, quindi restava ancora abbastanza salita da fare, ma la giornata era ideale in quanto a temperature ed il cielo andava sempre più aprendosi. Inoltre, era davvero bello annusare i profumi del bosco di questa stagione. Può sembrare scontato, ma visto che in queste zone giro quasi esclusivamente in inverno, non mi riesce di restare indifferente di fronte ad un paesaggio trasfigurato, in modo così evidente da sembrare familiare ed alieno al tempo stesso.
E' stato piacevole vedere la pianura dall'alto completamente immersa nelle nuvole mentre pedalavo, circondato da un paesaggio che pareva essere dotato di vita propria. Improvvise folate di vento animavano a tratti le chiome degli alberi, mentre sentivo le lucertole, disturbate dal mio incedere, rifugiarsi negli anfratti delle rocce carsiche esposte al sole. Si trattava dei soli rumori percepibili nei dintorni, quasi fossero gli unici segni di vita. Troppo bello! Che contrasto con la pianura sottostante, in continuo ed affannoso movimento. Raggiunta la casera, in posizione amena circondata da pascoli magri e rada vegetazione, mi sono fermato; la salita era finita, restavano quindi da fare i preparativi per il sentiero che m'aspettava! Alcuni spettatori osservavano curiosi la scena, per nulla turbati dalla presenza di un estraneo. I primi metri hanno interessato una traccia poco battuta e priva di segnavia, ma una volta raggiunto l'orlo della scarpata non è che la situazione sia migliorata di molto: una sbiadita pittura bianco rossa del C.A.I., complici erba alta e vegetazione circostante, sembrava voler gareggiare in fatto di invisibilità solo con il tracciato stesso! Una volta partito la conformazione del sentiero mi ha costretto ad interrompere talvolta la continuità della discesa; questa situazione "a singhiozzo" si è protratta nei primi 100-150 m di dislivello, ma la musica è poi decisamente cambiata. Ai panoramici traversi sui verdi, affacciati sulle severe crode di san Tomè, si è sostituito il bosco, mentre il sentiero diveniva inaspettatamente scorrevole, veloce e molto divertente! Al bivio con il single per le Longiarezze sono rimasto a sinistra, proseguendo la discesa nella val Artugna. Non mi sono accorto nemmeno di aver guadagnato il fondovalle, da tanto si è rivelata divertente quest'ultima parte!
 

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