martedì 24 maggio 2011

Alzarsi presto fa bene!

Le giornate vanno sempre più allungandosi, nel loro incessante cammino verso la pienezza della stagione estiva oramai vicina, mentre i residui profumi delle fioriture primaverili cedono gradualmente il passo all'avenzare del verde più intenso; un verde che, come una pennellata, ricopre uniformemente ogni centimetro quadrato dell' immaginaria tela costituita dai boschi delle nostre colline e montagne. Su radure e prati diverse specie di fiori sembrano contendersi con ipertrofiche piante erbacee i sempre più forti raggi solari, mentre il sottobosco pare riposare nell'indifferenza, ammantato com'è dall'ombra diffusa. Nonostante le temperature siano ancora miti, riscoprire il fascino di pedalare dalle prime ore del mattino ha i suoi vantaggi: le strade deserte e silenziose finiscono per sorprendere quanto e più dei boschi, esibendo una quiete a cui non siamo abituati in altri orari; le salite sono più piacevoli e meno faticose, persino se impegnative, senza contare la sensazione di avere infinito tempo a disposizione (una specie di effetto pacebo, assai terapeutico però, contro stress e fretta con cui normalmente dobbiamo fare i conti) per godere di panorami, fotografie, riding ed esplorazioni in sella alle amate ruote grasse... Sensazioni che conosciamo bene, ma che rivivono ad ogni giro in modo soprendente, neanche venissero alimentate dall'ambiente più che da noi stessi. Non ultima, va inclusa la "prevenzione" contro le avversità meteo: oramai seguire i siti delle previsioni in internet è diventata un'abitudine morbosa (nel bene e nel male, visto che si finisce a volte per dare troppa importanza a qualcosa che potrebbe non rivelarsi esatta),  

 ma è indiscutibile che al mattino sia più facile scamparla quando ci si trova in montagna. Il programma del we appena concluso prevedeva due escursioni, la prima in terra slovena e la seconda un pò meno ad oriente, ovvero nella zona delle valli del Torre. Sabato (sveglia alle 5:30), dopo aver superato una piacevole salita mai impegnativa, abbiamo raggiunto la cima del Krim, ove ci siamo goduti una piacevole sosta ristoratrice presso il rifugio, prima di buttarci sul sentiero che ci avrebbe riportato a fondovalle. La foschia velava parzialmente l'orizzonte, ma la giornata era davvero bella e, manco a dirlo, durante il ritorno in autostrada ci siamo imbattuti nella pioggia... La prima levataccia può quindi considerarsi ripagata e pienamente giustificata.
Domenica, ad orari ancora più impietosi (sveglia alle 5:00), abbiamo raggiunto Campeglio, da cui siamo partiti alla volta dello Joanaz. La lunga salita, dura nella prima parte, ci ha condotti attraverso un magnifico castagneto fino a Reant e Masarolis; da qui in avanti uno splendito tratto aperto, con vista sull'intera vallata, ci ha accompagnati fino al punto di partenza del nostro sentiero. Un'altra sosta ristoratrice e poi via, a capofitto nella lunga discesa, in parte scivolosa a causa delle piogge del giorno precedente, ma comunque gradevole. A fatiche concluse, un ottimo piatto di affettati e formaggi misti non ce lo siamo fatto mancare, anche perchè avevamo un appuntamento al quale non potevamo certo venire meno. Anche la seconda levataccia ha avuto il suo perchè... Ed ora aspettiamo la prima uscita in alta quota!

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